Sulle proposte per la Grande Rivoluzione
culturale proletaria nelle campagne1
 
15 dicembre 1966
 
 
 
Rispedire al Primo ministro.
Invito il compagno Lin Biao a presiedere una riunione per adottare le proposte e quindi diramarle.
 
Mao Zedong
15 dicembre
 
NOTE
 
La fonte dell’opera è Jianguo Yilai Mao Zedong Wengao (Manoscritti di Mao Zedong successivi alla fondazione della Repubblica popolare cinese ), vol. XII, Casa editrice dei documenti del Comitato centrale, 1998.
 
1. Seguono le proposte contenute nel rapporto di Zhou Enlai a Mao e Lin Biao del 13 dicembre 1966.
1) Implementare risolutamente la direttiva del presidente Mao e del CC del Partito: “Fare la rivoluzione, promuovere la produzione”, condurre efficacemente la Grande Rivoluzione culturale proletaria, promuovere la trasformazione rivoluzionaria dell’ideologia, e dare impulso allo sviluppo della produzione agricola.
2) La Grande Rivoluzione culturale proletaria nelle campagne va condotta sulla base della Decisione del Comitato Centrale del PCC sulla Grande Rivoluzione culturale proletaria , ovvero i sedici punti, e con i primi dieci punti ed i ventitré punti del movimento di educazione socialista. Le masse devono essere padrone in casa propria, autoeducarsi, autoemanciparsi e fare la rivoluzione da sé. In generale non vanno inviate squadre di lavoro; nei pochi casi in cui si potrebbe pensare di farlo, dovrebbero avere solamente il ruolo di osservatori.
3) Il punto principale della Grande Rivoluzione culturale proletaria nelle campagne consiste nell’epurazione dei dirigenti del Partito avviatisi sulla via capitalista e dei proprietari terrieri, contadini ricchi, controrivoluzionari, elementi negativi e destrorsi non ben trasformati. Il movimento delle “quattro pulizie” deve essere incanalato nella Grande Rivoluzione culturale. Nel corso della Grande Rivoluzione culturale bisogna risolvere la questione delle “quattro pulizie” e del riesame delle “quattro pulizie”. Distruggere le vecchie idee, la vecchia cultura, i vecchi costumi e le vecchie abitudini delle classi dominanti e imporre alla grande le nuove idee, la nuova cultura, i nuovi costumi e le nuove abitudini del proletariato. La Grande Rivoluzione culturale deve anche correggere, fra i quadri, il burocratismo e lo stile autoritario e promuovere la loro partecipazione al lavoro manuale.
4) Nel corso della Grande Rivoluzione culturale proletaria nelle campagne bisogna fare fermo affidamento sui contadini poveri e medio-bassi, unirsi con i contadini medi e unire gradualmente più del 95% delle masse e più del 95% dei quadri.
5) Gli organismi dirigenti della Grande Rivoluzione culturale proletaria nelle campagne sono i comitati dei contadini poveri e medio-bassi per la Rivoluzione culturale, eletti democraticamente dalle assemblee dei contadini poveri e medio-bassi e soggetti a rielezione o revoca in qualsiasi momento in caso di demerito. A seguito di consultazioni con le masse, irrobustire o rieleggere i gruppi produttivi dirigenti, incaricati della produzione, della distribuzione, degli acquisti e delle forniture.
6) Nel corso della Grande Rivoluzione culturale, i giovani contadini poveri e medio-bassi devono costituirsi e svilupparsi in spina dorsale delle guardie rosse. Le guardie rosse possono partecipare alla milizia popolare. I figli dei quadri dirigenti a tutti i livelli delle aree rurali non devono avere incarichi dirigenti presso le guardie rosse. Ai figli dei proprietari terrieri e dei contadini ricchi che lavorano e studiano nel Paese non va permesso di tornare in contatto con il luogo di provenienza. Bisogna creare una situazione simile a quella che esisteva ai tempi della riforma agraria e adottare una politica di elusione.
7) Anche nella Grande Rivoluzione culturale nelle campagne bisogna impiegare i metodi di parlare liberamente, esprimere liberamente il proprio pensiero, scrivere manifesti murali a grandi caratteri e tenere grandi dibattiti, e mettere in pratica la grande democrazia. Si possono sfruttare i periodi liberi dal lavoro per le relazioni fra le squadre di produzione e le comuni e per lo scambio di esperienza. Si possono anche organizzare squadre di studenti che vadano nelle campagne a mangiare, vivere e lavorare con i contadini poveri e medio-bassi ed a partecipare alla Grande Rivoluzione culturale nelle campagne, senza però farsi carico di tutto il lavoro. Nel corso della lotta, bisogna usare i fatti e le argomentazioni, perseverare nella lotta culturale e non nella lotta militare. Bisogna impedire ai malfattori di istigare lotte settarie.
8) Nel corso della Grande Rivoluzione culturale, non bisogna permettere che le masse rivoluzionarie che avanzano opinioni ai dirigenti e che affiggono manifesti murali a grandi caratteri, vengano represse o private di punti lavoro. Gli elementi delle masse rivoluzionarie tacciati di essere “controrivoluzionari”, “disfattisti” ecc. per avere avanzato le proprie opinioni, devono essere riabilitati politicamente. I bersagli della dittatura sono i proprietari terrieri, i contadini ricchi, i controrivoluzionari, gli elementi negativi e i destrorsi; non bisogna assolutamente permettere che la rivoltino contro il proletariato e i contadini poveri e medio-bassi.
9) Le scuole medie sono sospese fino alle vacanze estive dell’anno prossimo per poter fare la rivoluzione. A seconda delle circostanze specifiche, occorre creare scuole di metà studio, metà lavoro e foraggiare la politica di “fare la rivoluzione e promuovere la produzione”. La rivoluzione culturale delle scuole primarie nelle comuni e nelle squadre, si trova sotto la dirigenza unificata dei comitati per la Rivoluzione culturale delle rispettive comuni e squadre.
10) Nel corso della Grande Rivoluzione culturale bisogna studiare e applicare creativamente gli scritti del presidente Mao, prendere la lotta di classe come fattore chiave, concentrandosi specialmente sulla parola “applicare”. Nel corso della Grande Rivoluzione culturale, le campagne devono trasformarsi in una grande scuola del pensiero di Mao Zedong.